Con l’avvicinarsi della fine dell’anno si iniziano a tirare le somme e noi di Serial Crush abbiamo deciso di stilare una lista di tutto ciò che di migliore c’è stato in questo 2016, televisivamente parlando. È stato difficile e gli eletti sono fonte di una lunga e ponderata decisione.
Quindi, senza dilungarci troppo, ecco la rosa di ciò che di meglio ha avuto da offrirci questo quasi concluso 2016.
Migliori effetti speciali: Game Of Thrones
Nonostante si sia completamente staccato dai libri con l’ultima stagione, scatenando le ire dei fidati lettori che si sono visti la storia originale completamente stravolta, bisogna ammettere che la sesta stagione di Game Of Thrones è stata una vera delizia per gli occhi. Anche altre volte la serie ci ha donato momenti a dir poco epici, grazie all’incredibile lavoro visivo per ricreare momenti salienti della saga (basta ricordare la battaglia delle Acque Nere della seconda stagione), ma la sesta è riuscita a fare ancora meglio, con scene che rimarranno impresse nelle nostre menti per sempre. Con “Battle Of The Bastards” abbiamo visto in campo più di un migliaio di comparse per rendere le grandi scene di lotta tra la fazione di Jon Snow e Bolton, e ancora più epica nella stessa puntata è la presa di potere di Daenerys nei confronti dei Masters che vogliono soggiogarla al loro potere. Ma con tre draghi e un esercito immenso, riesce ad avere la meglio con una facilità immensa. Il tutto coronato da bellissime scene dove vediamo i draghi al loro massimo mentre incendiano ogni nave avversaria nella baia. Per finire, in “Winds Of Winter” la serie chiude la sua stagione più spettacolare con un’altra scena che rimarrà negli annali per bellezza e la distruzione che mostra. Si è sempre parlato tanto delle riserve dell’Alto Fuoco nei sotterranei di Approdo del Re e Cersei, per evitare il famigerato processo, decide di mostrarci la potenza distruttiva di questa sostanza, facendo esplodere l’intera riserva posizionata sotto il tempio dove tutti attendevano il suo arrivo. E se avete visto la serie, sapete benissimo come è andata… (by Wilfred)
Migliore scenografia: Westworld
In Westworld il concetto di scenografia acquista un significato ancora più profondo. A voler fare un po’ i gradassi, si potrebbe parlare di meta-scenografia, e cioè della creazione di un piccolo microcosmo all’interno di un mondo che già è una creazione. In Westworld ci dividiamo tra un ipotetico presente futuristico ed un parco tematico ambientato nel Far West, dove ogni cosa viene curate nei minimi dettagli. In Westworld la scenografia non è un contorno ma è parte integrante del racconto. Sia il presente che il passato vengono rappresentati con un’attenzione per i dettagli ed una veridicità davvero sorprendente (complice l’immenso budget di produzione che ha permesso di non badare a spese), ed è per questo che la fortunatissima nuova serie della HBO si guadagna la meritatissima vittoria in questa categoria. (by Jeda)
Migliori costumi: The Crown
The Crown penso sia stata una delle serie più costose di questo 2016! Pensiamo solo al fatto che l’abito nuziale è costato la bellezza di 30 mila sterline! Invece, quello indossato da Claire Foy durante l’incoronazione, replica in seta e raso dell’originale, fortunatamente è costato di meno.
Oltre ai soldi, la costumista Michele Clapton (vincitrice di tre Emmy per Game of Thrones) ha anche speso ore ed ore nella ricerca di abiti degli anni ’50 – osservando ogni singolo video e foto dell’epoca per cogliere tutti i dettagli possibili – che l’ha portata persino in Italia e in Spagna per noleggiare alcuni vestiti.
I costumi presenti nella serie sono stati circa 20 mila, di cui più di 300 sono stati fatti a mano dalla Clapton e dal suo team, mentre i rimanenti sono stati acquistati in fornitori di abiti d’epoca, negozi dell’usato e in alcune aziende di vestiti. (by Claire)
Miglior soundtrack: Peaky Blinders
La mini serie inglese ha fatto della sua colonna sonora uno dei suoi punti di forza, fin dalla prima stagione. Non solo per l’opening “Red Right Hand” di Nick Cave & The Bad Seeds, ormai iconica, ma anche per l’incredibile mix di musiche che fanno da sottofondo alle scene e commentano le vicende della famiglia Shelby. Il mix di musica rock contemporanea si conferma anche nell’ultima stagione, passando da Radiohead a Artic Monkeys, da The Kills a Tom Waits, fino a David Bowie (con Lazarus, una delle ultime canzoni dell’artista) e Leonard Cohen. (by Manuela)
Migliori dialoghi: Westworld
Westworld vince anche questa categoria a mani basse. In Westworld i dialoghi sono sempre portatori di molti significati, sia quelli più evidenti che quelli sottintesi. Sono carichi di significati simbolici e filosofici e sono ciò che rendono questa serie tv un prodotto davvero di altissima qualità, curato in ogni suo dettaglio e mai scadente. Non troviamo mai le frasi fatte che sono così tanto di effetto e quotable ma che, sotto sotto, non significano proprio niente. Inoltre Westworld è una serie tv molto lenta e che appone le sue basi proprio sulla parola e dunque, se i suoi dialoghi non fossero in grado di catturare lo spettatore come per fortuna fa, seguirla puntata dopo puntata sarebbe assolutamente impossibile. (by Jeda)
Miglior scena hot: Submission
Parlare di una sola scena hot che si sia svolta in Submission è praticamente impossibile: questa nuova serie tv della Showtime è a tutti gli effetti un porno diramato in sei episodi che, ad ogni puntata, offriva una moltitudine di scene di sesso altamente esplicite (non a caso la maggior parte degli attori fanno parte dell’industria del porno). E quindi, anziché dover scegliere solo una scena, inserisco l’intero telefilm, che offre picchi di ormonella ogni dieci minuti di episodio. Badate bene, comunque, che non per questo ci troviamo di fronte ad una volgarissima maratona sessuale, ma di fronte ad un ottimo prodotto di genere. (by Jeda)
Miglior colpo di scena: How to Get Away with Murder (3×09)
Cosa c’è di più sconvolgente della morte di un personaggio principale? E se quel personaggio fosse proprio il protagonista? Da qualche anno siamo abituati a plot-twist del genere grazie a serie come Game of Thrones e Grey’s Anatomy e trattandosi di un serie TV di Shondaland potevamo sentire la puzza di morto da un miglio, ma a questo colpo di scena non eravamo proprio preparati.
Ad abbandonarci è stato proprio Wes Gibbins, il pupillo di Annalise Keating. Il mid-season finale di How To Get Away With Murder ha deciso di lasciare il segno come una delle puntate più tristi e drammatiche del 2016, lasciandoci con l’amaro in bocca, ma anche dei forti dubbi: chi è stato ad uccidere Wes? Come sappiamo la risposta ancora non ci è stata data, ma questo travolgente colpo di scena non può che ribaltare le carte in tavola per nuovi avvincenti scenari. (By Missdanastood)
Miglior finale: Banshee
È difficile accettare la fine di un piccolo gioiellino come questo show Cinemax, ma il dolore del dovergli dire addio è stato almeno parzialmente alleviato dal fatto che gli autori sono stati in grado di donargli e donarci un finale degno di nota. Trattandosi di un series finale, la parabola che ha visto protagonisti Lucas, Ana, Job e Sugar ha ricevuto una vera e propria chiusura, segnando il definitivo completamento del loro percorso esistenziale. Per spiegare appieno la poesia celata dietro le sparatorie, il sesso e la violenza che in Banshee regnano sovrane, è opportuno confrontare uno dei primissimi discorsi di Sugar con l’ultimo, che rimarca il suo ruolo di saggio portatore di verità. Nell’episodio 2×05, “The Truth About Unicorns”, il barista ex wrestler spiegava allo sceriffo Hood come loro due fossero in grado di costruirsi da soli le loro gabbie, senza bisogno di sbarre fisiche, in quanto intrappolati dal loro passato: “Ci sono fantasmi che non ci lasciano mai”. In “Requiem”, però, arriva la liberazione: “Siamo convinti che l’espiazione per le nostre colpe passi dall’essere rinchiusi da qualche parte, ma forse la via della redenzione non è nascondersi fra le montagne, forse consiste nello scegliere un’altra via, quaggiù con noialtri. Il passato ti ha tenuto ingabbiato per troppo tempo. Adesso c’è solo una domanda da fare: cosa farai ADESSO?”. È così che le strade dei nostri si dividono e lo spettatore segue con lo sguardo l’uomo che ha conosciuto come Lucas Hood intento ad allontanarsi da Banshee in moto, senza casco, sorridente, libero. (by Allegra)
Miglior storyline: Zoo
Se la prima stagione di Zoo ci aveva incuriosito, la seconda è stata una corsa travolgente che ci ha portato alla scoperta della verità e ad una cura per tutti gli animali del mondo e per coloro che possedevano il ghost gene.
Tra tutte le serie che seguo, Zoo è particolare proprio perché unica nel suo genere. Con l’avanzare degli episodi, tra morti inaspettate e riunioni di famiglia, si aggiungono di volta in volta i pezzettini che poi porteranno i nostri all’episodio finale caratterizzato da tanta tensione e da un grande cliffhanger.
La migliore storyline di tutta la stagione è sicuramente quella del protagonista, Jackson Oz, che non solo scopre che il padre è ancora vivo, ma anche che da piccolo gli aveva iniettato il gene fantasma e che adesso è l’unico che può salvare l’intera umanità. Questo personaggio, inoltre, ha dovuto affrontare la morte della madre e quella della sua fidanzata, il tutto nella corsa contro il tempo per impedire alla Noah Objective di spargere il virus in tutto il mondo. (by Claire)
Miglior chimica sullo schermo: Jenna Coleman e Tom Hughes (Victoria)
Si tratta di una categoria molto combattuta ma che ha visto la vittoria degli interpreti di Victoria, Jenna Coleman e Tom Hughes, rispettivamente la Regina Victoria ed il Principe Albert. Nonostante la comparsa tardiva di Albert e la già precedente chimica che univa la Coleman e Rufus Sewell (l’amatissimo Lord Melbourne), l’arrivo di Tom Hughes ha cambiato completamente le carte in tavola. Paradossalmente, nonostante le loro scene d’amore insieme come coppia sposata, le scene in cui il loro affiatamento è più lampante che mai è proprio nel primo episodio che lo vede come protagonista, “The Clockwork Prince”, in cui tutto il rapporto tra Albert e Victoria si forma e si solidifica.
La chimica tra Tom Hughes e Jenna Coleman è così grande da aver oltrepassato la finzione fino ad essere sfociata in una bellissima storia d’amore, che i due tanto ci tengono a mantenere segreta ma che, grazie ad alcune foto, è trapelata alla luce del sole. (by Jeda)
Miglior Villain: Negan (The Walking Dead)
L’arrivo di questo personaggio è stato atteso con ansia, anche durante tutta la sesta stagione, e quando a fine di questa ci hanno lasciato con il fiato sospeso per mesi, abbiamo già iniziato ad odiarlo un po’. Per tutta la prima parte della settima stagione l’odio è cresciuto, ma più che altro abbiamo avuto quella stessa sensazione di impotenza che hanno avuto Rick&Co., quella voglia di far qualcosa, ma di non sapere come fare. Se oltre alla spietatezza di Negan ci mettiamo anche la magnifica interpretazione di Jeffrey Dean Morgan, abbiamo il mix giusto per il miglior villain dell’anno. Neanche il Governatore potrebbe competere con lui! Negan è un sadico e secondo lui fa la cosa giusta, ma quello che forse ci incuriosisce più di lui è quella sua curiosità – scusate la ripetizione – sul carattere di Carl… cosa vorrebbe fare con un giovane che sembra non aver paura di lui? (by Claire)
Miglior guest star: Nathan Fillion (Modern Family)
Chi ancora piange per il finale di Castle, potrà consolarsi almeno in parte. Il nostro amato Nathan Fillion torna sullo schermo televisivo come guest-star nella più premiata delle comedy. Nei panni di Rainer Shine, un famoso meteorologo, ha conquistato tutti in particolare Hayley Dunphy, diventando il suo più recente flirt. Ma la chimica più forte è con Ty Burrell, con il quale ci ha regalato attimi di qualità, nei pochi frame in cui è apparso. Insomma, Nathan Fillion è e rimane una garanzia, specialmente quando si tratta di far ridere. Purtroppo il suo ruolo secondario non ci dà speranza per una sua entrata definitiva nel cast, ma la speranza che il suo flirt con Hayley possa continuare fino a diventare qualcosa di più serio non ci abbandona. (by Missdanastood)
Miglior personaggio femminile: Vanessa Ives (Penny Dreadful) e Libby Masters (Masters of Sex)
Interpretata dalla splendida e bravissima attrice francese Eva Green, Vanessa Ives è senza dubbio uno dei personaggi femminili migliori degli ultimi anni, nonché quello che più ha lasciato il segno in questo 2016. Miss Ives, personaggio cardine del magnifico horror gotico Penny Dreadful, è una donna profondamente segnata nel corpo e nell’animo, che ha avuto la forza di non darsi mai per vinta: perseguitata da anni da demoni interiori e non, questa giovane aristocratica ha compiuto nelle tre stagioni dello show un difficile percorso di redenzione e rinascita che l’ha condotta ad un epilogo sì tragico, ma in linea con i suoi desideri di vicinanza al suo amato e venerato Dio. Dotata di un carattere risoluto che si sposa perfettamente con le chiare doti sovrannaturali in suo possesso, Vanessa vanta anche un fascino che non lascia certo indifferenti gli uomini che incrociano il suo percorso: Ethan Chandler su tutti, col quale costruisce un rapporto solido ma discontinuo. (by Clizia)
La quarta stagione di Masters Of Sex ha decretato la chiusura della serie, notizia che è arrivata come un fulmine a ciel sereno, perché ha tagliato sul più bello molte storie che si erano sviluppate in questa ultima stagione. Però il personaggio di Libby Masters ne è uscito vincitore assoluto. Nonostante non vedremo più le avventure di Masters & Johnson, Libby ha avuto un percorso bellissimo, rivalutando completamente un personaggio che nelle precedenti stagioni ha avuto solo delusioni. È riuscita a scoprire se stessa, a non farsi più bastare un marito che probabilmente per anni l’ha amata ma nella maniera più sbagliata possibile. Stufa di essere in balia di questa situazione, Libby ha conquistato la sua indipendenza e i suoi sogni che vuole ancora realizzare. La sua storia finisce con lei che si trasferisce in California per studiare legge e con un rapporto più o meno stabile con un uomo che la desidera veramente. Proprio come dichiara l’attrice in questa intervista, il suo personaggio è quello che ne uscito meglio dalla serie prematuramente cancellata (dico prematuramente perché una quinta stagione di Masters Of Sex ci stava, visto che gli altri personaggi sono rimasti in una sorta di limbo con le loro storie). (by Wilfred)
Miglior personaggio maschile: Frank Castle (Daredevil) e Lenny Belardo (The Young Pope)
Scegliere il personaggio da inserire in questa categoria è davvero difficile, di fronte al vastissimo panorama di personaggi validi che abbiamo conosciuto o esplorato quest’anno, ma Frank Castle incarna alla perfezione i canoni di miglior personaggio. Inizia il suo percorso da antagonista omicida che stermina e semina il terrore, ma piano piano abbiamo avuto modo di conoscere lui, la sua storia e di ammirare l’evoluzione che ha compiuto nel corso di una sola stagione. Il suo personaggio è stato capito ed amato così tanto al punto tale da avere uno spinoff tutto suo. Frank Castle è passato da essere un folle ad un lucido assassino, fino a quando, alla fine, si è smascherata la sua vera identità: quella di uomo che ha perso tutto, che ha sofferto, e che vuole la sua vendetta. (by Jeda)
Lenny Belardo è uno dei personaggi più interessanti di quest’anno e che da subito ha suscitato grande curiosità in quanto sarebbe stato il papa di Paolo Sorrentino. Il regista premio Oscar per La Grande Bellezza ci mostra in The Young Pope il primo Papa americano, un giovane uomo che ha intenzione di scrivere la storia. Orfano sin da bambino, Lenny è una personaggio molto particolare: è estremamente convinto di sé, pur soffrendo ancora per l’abbandono, comprende il potere che ha nelle proprie mani ed è intenzionato ad innovare la Chiesa; ma questa giovane personalità in realtà racchiude dentro di sé degli ideali vecchi, ormai sepolti, e che sarebbe meglio non riesumare. Da sottolineare è anche l’interpretazione di Jude Law che qui offre la miglior performance di tutta la sua carriera. (by Giovanni)
Miglior pilot: This Is Us
Attualmente This Is Us è in pausa e tornerà il prossimo anno, ma è innegabile che già dalla prima puntata si era rivelata una serie da non perdere. L’episodio iniziale ci immerge nel mondo della famiglia Pearson, solo che lo capiamo veramente a fine puntata. All’inizio sembravano storie parallele e l’unica cosa in comune tra queste persone era il compleanno lo stesso giorno. E alla fine della puntata arriva la grande sorpresa che in verità i protagonisti fanno parte della stessa famiglia e che la serie viaggia su due linee temporali differenti. È stata una vera rivelazione, specialmente per il genere che tratta, quel tipo di dramedy che stava mancando nel panorama televisivo dopo la fine di Parenthood. La serie ritornerà il 10 gennaio con la seconda parte di questa prima stagione e visto il successo non abbiamo dubbi che la vedremo ancora per un paio di anni. (by Wilfred)
Migliore premiere: Better Call Saul
Costola della famosissima Breaking Bad, Better Call Saul non ha bisogno di molte presentazioni. La premiere della seconda stagione, “Switch”, ci insegna una cosa molto importante, che non è molto facile da vedere in questi tempi: per creare un bell’episodio, non è sempre necessario infagottarlo di un cliffhanger dietro l’altro. Quando chi scrive e chi dirige un episodio sa fare il proprio lavoro, non serve molto altro per creare un episodio memorabile. E “Switch”, che vede Jimmy perdere le speranze e vestire per un po’ i panni del truffatore che è stato una volta, ci sbatte in faccia la sua travolgente bellezza senza doverci per forza meravigliare, ma semplicemente raccontando l’elaborata storia di un uomo che, per un po’, non vuole pensare alle responsabilità della vita e alle conseguenze. (by Jeda)
Miglior revival: Gilmore Girls
Tra spin-off, sequel e revival, la televisione ha visto – e vedrà ancora – tanti ritorni epici, a volte anche insperati. E Gilmore Girls è ovviamente tra questi. Scritto e diretto da Amy Sherman-Palladino, insieme al marito Daniel, il revival di Netflix ha lasciato esterrefatti pubblico e critica dopo l’incredibile finale, ha fatto discutere ma anche emozionare, ritornando ai vecchi ritmi – velocissimi – e riportando in vita una Stars Hollow magica e immutata negli anni. Un piccolo miracolo dal sapore nostalgico che attesta Gilmore Girls come il miglior revival dell’anno. (by Manuela)
Miglior limited series: American Crime Story: The People v O.J. Simpson
Ogni volta che Ryan Murphy si sveglia con un’idea in testa, dobbiamo ammettere che siamo tra due fuochi: “Speriamo che sia bella, speriamo che Murphy non rovini tutto come al suo solito”. Il primo capitolo di American Crime Story si è rivelato un grande successo, prima di tutto perché ha riportato alla luce, dopo 20 anni, uno dei processi più famosi della storia, e poi perché ha permesso a coloro che nel 1995 erano piccoli di capire cosa fosse successo a questo tante volte nominato O.J. Simpson.
Più che la storia in sé, però, credo che il vero successo di questa stagione siano stati gli attori che vi hanno partecipato, ad iniziare da Sarah Paulson che ha interpretato Marcia Clark, ruolo per il quale ha ottenuto un Emmy! Grazie a Ryan Murphy abbiamo potuto conoscere i veri protagonisti di quel processo sotto un aspetto che ai tempi non era stato naturalmente considerato, quello personale. Abbiamo cioè visto come sia l’accusa che la difesa ha vissuto quel periodo e credo sia stato molto interessante riuscire ad immedesimarci in loro, soprattutto nella Clark che ai tempi era stata trattata a pesci in faccia. Per questo motivo American Crime Story si merita il nostro “best”! (by Claire)
Miglior nuova uscita: This Is Us
La serie della NBC è senza dubbio la grande rivelazione dell’anno, capace di far ridere e commuovere, a volte anche nello stesso momento. Il grande cast, una brillante sceneggiatura e un montaggio perfetto sono ciò che rendono This Is Us una delle serie migliori del panorama televisivo attuale, che non scade mai in meri cliché di genere ma riesce a entrare nel cuore dello spettatore con una storia autentica, onesta e soprattutto umana. (by Manuela)
Migliore serie tv: Stranger Things
Questa produzione di Netflix si guadagna il posto di miglior serie tv, perché è riuscita a metter d’accordo amanti della fantascienza e non, riscuotendo un immediato successo, di cui poche altre serie sono riuscite a godere. Con all’attivo una sola stagione, Stranger Things potrebbe essere definito quasi come un cult, una serie immancabile nella videoteca immaginaria di un telefilo ed è lecito chiederci perché. In otto episodi racchiude una trama intricata, resa leggera dalla genuina recitazione di cinque ragazzini, che potrebbe fare invidia a quella di attori più grandi e blasonati, ma non in grado da oscurare la meravigliosa Winona Ryder, che continua a dar prova del suo talento, tanto da ricevere la nomination ai Golden Globes come miglior attrice.
A fare da cornice c’è una colonna sonora da paura, che ci riporta direttamente negli anni ottanta. Chiunque abbia visto Stranger Things non può negare di averlo amato nella sua interezza, dal cast, in particolare Eleven, interpretata dall’attrice emergente Millie Bobbie Brown (di cui sono convinta che sentiremo parlare per molto tempo), alla trama sopra le righe riconducibile ai classici degli anni 80/90 come E.T. o Stand By Me, fino al cliffhanger finale.
Questa serie meravigliosa non poteva che guadagnarsi dal suo esordio una nomination ai Golden Globes come Best Drama, insomma, non ci resta che incrociare le dita. (by Missdanastood)